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Nome Salita: Zuc dal Bor 2240 m
Regione: Friuli
Zona: Sernio-Grauzaria
Partenza da:Pradis (Moggio Udinese),
Quota partenza: parcheggio a circa 1040 m

Dislivello: 1200 m
Salita a: Nord-Ovest
Discesa a: Nord-Ovest
Difficoltà: Alta
Cartina di riferimento: Tabacco 18

Caserine Alte

Friuli: salita al Zuc dal Bor 2240m     di Daniele Pozzati

per ulteriori informazioni scrivere a: daniele983@alice.it

ACCESSO STRADALE
Da Moggio si prende la strada della Val Aupa deviando per Pradis, poi attenzione ai vari bivi, una stradina ripida ma sempre asfaltata porta ad un piccolo parcheggio sulla destra prima di un divieto (tabelle; 1040 m circa).

SALITA
Dal parcheggio prendiamo un sentierino nel bosco, in leggera discesa che porta ad attraversare il torrente e a risalire nel bosco alla sponda opposta (tabelle). Risaliamo ora nel bel bosco per la larga mulattiera, ma ripidamente (a quota 1200 circa bivio per Rifugio Vualt); giunti su terreno aperto il sentierino continua tra i mughi, passando poi anche una bella cengia che taglia a sinistra portando sotto l'ultimo pendio di mughi che in breve conduce al bel ripiano dove si trova il Bivacco Bianchi (acqua poco sotto ad una svolta sulla sinistra del sentiero; 1712 m) [ore 1.40].

Qui ci fermiamo poco, sembra di essere rinchiusi in frigorifero e il vento freddo invita a muoversi alla svelta, anche se dubbiosi: un cartello sulla porta invita all'attenzione e aumenta il grado della salita da III a IV, verificheremo...! Nel libro del bivacco troviamo però con piacere le firme dei nostri Istruttori di Pordenone; chi ci ha preceduto verso la cima, chi ha aperto una via nuova...

Dal bivacco scendiamo pochi metri fino al bivio con tabelle e seguiamo il sentiero per una cinquantina di metri, lasciando poi sulla destra una buona traccia per salire il ripido pendio erboso che ci sta davanti, il quale si trasforma presto in canalino con roccette (I) e successivamente nuovamente erboso fino in cresta (segnavia evidenti).

Percorriamo ora tutta la cresta verso destra per più di un'ora, ora sul filo anche decisamente esposto (specie verso sinistra...) ora su cengette erbose e ripidi pendii erbosi con roccette, dove la brina della mattina invita all'attenzione, passando anche in discesa uno stretto intaglio roccioso (II) fino a risalire ad una spalla panoramica (presso un piccolo cippo in cemento e un palo) sotto al caratteristico torrione sommitale.

Dalla spalla scendiamo fino ad una forcelletta sospesa su un impressionante canalone e attraversato un pendio di detriti una vecchia tabella in legno indica di salire in un canalino roccioso verso sinistra fino ad una spalla erbosa. Saliamo una placca ripida (III, ma volendo una corda fissa aiuta la salita) e per detriti ci portiamo alla base di un diedro con spit alla base, che risaliamo (15 m, III o poco più, 2/3 spit) fino ad una cengetta che percorsa verso destra porta a una sosta di calata.

Risaliamo ora il caminetto soprastante di rocce rotte (attenzione ai sassi; 1 spit, II) fino ad un terrazzino con sosta di calata. Ora non ci resta che risalire le ghiaie che portano alla panoramicissima e isolata vetta; croce piegata dai fulmini, Madonnina e libro di vetta (2195 m) [ore 2 dal bivacco, comprese le varie soste e...l'incontro con amici che avevano appena disceso il torrione...]!

DISCESA
Per la via di salita, con una (da più di 30 m) o due doppie per scendere il torrione. Al bivio di quota 1200 m nel bosco, si può con breve deviazione raggiungere il bel Rifugio Vualt da cui per strada asfaltata si torna alla macchina [ore 2.30 dalla cima].

NOTE
Escursione impegnativa in ambiente severo ma bellissimo, quasi misterioso...
Le difficoltà prettamente tecniche sono concentrate negli ultimi 50 metri del torrione finale, ma tutto il percorso dal bivacco in poi non va sottovalutato, sviluppandosi spesso su verdi ripidi con roccette o per tratti di cresta, dove scivolare sarebbe decisamente "sconsigliabile"...Considerare inoltre il notevole sviluppo sebbenne il dislivello sia di soli 1200 m.
Per la salita al torrione finale necessaria corda da 50 (o più...) metri, il casco, moschettoni e qualche rinvio.

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Zuc da Bor dal parcheggio. La cima appuntita sulla destra
Nel bel bosco che porta verso il Bivacco Bianchi
Dalla cresta l'appuntita ombra della nostra cima,
Nebbioline verso Jof di Montasio e Giulie SloveneLa panoramica sella erbosa prima del torrione sommitale Il torrione finale con approssimativo percorso di salita Roberto sulla placca iniziale con cordino fisso Roberto sul diedro iniziale
Il sottoscritto in vetta, verso Cimone del Montasio e Canin In cima con la croce piegata dai fulmini...verso il Montasio Doppia che porta alla base Al ritorno sul tratto esposto della cresta che ci riporterà al bivacco e a casa...
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