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Nome Salita: Giovanni Segantini
Regione: trentino Alto Adige
Zona:
Colodri (Arco)
Partenza da: Piscina Comunale (Arco)

Sviluppo: 280m
Salita a: Est
Discesa: a sinistra per sentiero segnato e per ferrata
Difficoltà: 6c+
Relazione: dal sito Planet Mountain e
dal sito sport infotrentino

Super Via :-)
I gradi sono severi, non si azzera! Le protezioni, anche se non vicine, sono ottime e messe con criterio.
I rischi sono contenuti, qualche brivido caldo comunque non manca...
Il tiro "lo specchio delle mie brame" di Mariacher e Bassi ha uno spittaggio lontano.
Fare con facilità il 7b aiuterebbe non poco.
Un volo di 10m per appiglio staccato, qualche resting, e infine, grande soddisfazione e braccia "cotte".
Per la libera bisognerà tornare...
Abbiamo fatto subito amicizia con Lodovico e Luca incontrati all'attacco della Via. Dopo un paio di tiri era come ci conoscessimo da sempre.
Con piacere pubblico la relazione e l'articolo (su Leggi Commenti) di Giampaolo Calzà (Trota).
Oltre la roccia c'è di più...

Re Artù

ripetizione di:  Lodovico e Luca - Amos e Laura

Via Giovanni Segantini

aperta nel 19 sett. 2008 da Massimo Antonini e Giampaolo Calzà (Trota)

Tiri 9 Difficoltà max 6c+ severo (6c+ obbligatorio).

Accesso:
Dal parcheggio della piscina comunale, foto alla mano, è facile individuare alla base della parete il punto di partenza. Non prendere il sentiero per la ferrata, ma proseguire per stradina asfaltata e quindi, per evidenti tracce di sentiero, fino alla base della parete. L'attacco della Via è caraterizzato da una "trota" scolpita sulla roccia :-) Circa 15min.

Materiali:
Due corde da 60m rendono agevole l'eventuale ritirata da qualsiasi punto della Via, altrimenti una corda da 70. 15 rinvii e cordini per le soste. Possono tornare utili un paio di friends medio piccoli per il V tiro in fessura di 6c e per il tiro finale.

Note:
Come detto, le protezioni anche se non ravvicinate sono ottime (fix da 10 sulle soste e lungo i tiri).
E' necessario un buon allenamento, la parete strapiomba. Le difficoltà per gran parte della Via non sono mai inferioiri al 6c.

Discesa:
Usciti dalla Via, puntare a sinistra alla croce di vetta. Da qui, seguire il sentiero che porta alla ferrata e quindi alla macchina.

A seguire relazione di salita di Giampaolo Calzà (Trota) tratta dal sito:
www.planetmountain.com

Su leggi commenti articolo di Giampaolo Calzà tratta dal sito:
www.planetmountain.com

Foto 1 tratta dal sito:
www.sport.infotrentino.com/index.ph

Roberta 83
Impero dei Sensi
G. Segantini
Super tegolina
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G. Paolo II
Priolo-Why not
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Andrea Mancin
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Il ruggito del ...
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Relazione di Giampaolo Calzà
1) La partenza è la chiave di tutta la salita, forse è quella più difficile e per cominciare non è proprio il massimo; però per un arrampicatore tecnico sarà quella di più soddisfazione. Difficoltà: 6c+ Sviluppo: 35 mt.

2) Per quelli che amano buchi e tacche è la lunghezza perfetta, anche se butta un po' in fuori. Difficoltà: 6c Sviluppo: 30 mt .

3) Non dovrei dirlo, chi si loda... è la lunghezza più bella (anche se la prima non è da meno), è una scala crescente di difficoltà, per fortuna si arriva su di un piccolo terrazzino con accanto una pianta di Fico: è il momento di riprendere fiato e godersi la vista del Castello. Difficoltà: 6c Sviluppo: 35mt

4) Qui, ci siamo trovati d'avanti ad una sorpresa, in una piccola grotta troviamo un nido di rapace, tra l'altro abbastanza grande. Guardiamo e lo troviamo vuoto... per fortuna! Avevo già immaginato la scena di trovarmelo addosso mentre passavo di lì per la prima volta.... sarei stato inopportuno ad entrare in casa d'altri senza chiedere il permesso. Ritornando a noi, la lunghezza butta un po’ fuori, c’è anche un piccolo tetto però non difficile. State attenti al primo passaggio, io sono alto un metro e ottanta e se ci fossero alcuni centimetri in più... comunque grazie mamma per avermi fatto cosi, me lo dico spesso nei momenti molto lunghi. Difficoltà: 6b+ Sviluppo: 25mt

5) Se dobbiamo dare nomi alle lunghezze, questa è “la fessura“. Su un muro, che visto dal basso può fare impressione, si apre dalla metà in su la fessura; è larga pochi centimetri, quelli che bastano per aggrapparsi. Anche questo tiro butta in fuori, forse come tutti gli altri. Difficoltà 6c Sviluppo 38 mt.

6) La parete cambia, le difficoltà sono più docili, la pendenza non ci fa soffrire alla cervicale, si segue il filo di uno spigolo: un po’ seguendo la logica, un po’ lasciandosi andare. Sui primi passaggi fate attenzione perché potreste rimanere senza… appigli e appoggi: scegliete i migliori e non avrete problemi. Difficoltà 6° Sviluppo 30 mt.

7) Come dice il mio compagno di cordata, questa lunghezza è defaticante, facile spiegarvi il perché: è il tiro più facile”, fate voi. Difficoltà 5c Sviluppo 25 mt.

8) Un sogno… eccoci allo “Specchio delle mie brame“: mi ritrovo a collegare i passaggi di questa lunghezza che esisteva già, con i vecchi passaggi che avevo già fatto per la prima volta nel lontano 1986. Questo è un pezzo famoso, anzi famosissimo tra i locali di quel tempo: è una placca, la prima della valle del Sarca ad essere chiodata, ma chiodata dall’alto, espressamente per l’arrampicata libera da due famosi scalatori, Roberto Bassi e Heinz Mariacher, precursori dell’arrampicata sportiva ad Arco ma anche in tutto il mondo. Naturalmente noi abbiamo lasciato questa bellissima placca esattamente come era stata pensata dai suoi autori cioè con la stessa distanza della chiodatura. Va da sé che qui comanda la tecnica! Difficoltà 6c Sviluppo 30mt.

9) Ormai siamo alla fine, l’ultima lunghezza, anche questa come dice il mio compagno, “defaticante“; come dovremmo scrivere in una vera relazione: si segue la fessura. Difficoltà 5c Sviluppo 35 mt.

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