F.lla
Pecoli |
relazione di Amos
A volte, capita anche quello che non ti aspetti. Una giornata senza idee,
gli sci ai piedi, la voglia di fare qualcosa di nuovo senza sapere bene
cosa. E' cominciata così questa stupenda gita. Arrivato a Pian dei
Fiacconi ho scartato subito Punta Rocca e Punta Penia e, senza troppo entusiasmo,
passo dopo passo mi sono ritrovato in f.lla Marmolada dove ho trovato Natalino,
una guida di S. Vito di Cadore che stava assicurando i compagni nella discesa
dal versante Sud. Avevo finalmente capito quale sarebbe stato l' itinerario
del giorno. Mi sono subito aggregato per quella che sarebbe stata una stupenda
discesa in ambiente grandioso.
Alla fine, al ristorante, i ricordi sono
andati lontano. "Negli anni 60 la quarta o quinta ripetizione della
Philip-Flamm sulla Nord del Civetta, la Hasse-Brandler sulla Nord della
cima Grande di Lavaredo in invernale con tre bivacchi e..., un compagno
di cordata pronto a spendere tutte le sue 17000 lire al rifugio qualora
ne fossero usciti vivi. Le dodici doppie di calata dalla Torre Trieste fatte
a spalla..." Ascoltavo le salite di Natalino e pensavo alle mie: ora
al posto degli scarponi ci sono le scarpette d'arrampicata (si guadagnano
due o tre gradi), ci sono le palestre di roccia dove allenarsi costantemente
tutto l'anno, e, insieme ai chiodi, talvolta ci sono anche gli spit. Non
è la stessa cosa, non è più lo stesso viaggio...
Arrivati a p.sso Fedaia dalla parte di Caprile attraversare
il lago e parcheggiare in prossimita' dell' impianto di risalita ("il
bidone"). Salire lungo le piste oppure più comodamente con gli
impianti fino a Pian dei Fiacconi, da qui attraversare verso destra abassandosi
di un centinaio di metri puntando ad un ben evidente sperone roccioso che
delimita Punta Penia . Una volta aggirato si perviene all' ampia valle che
porterà a f.lla Marmolada. Si sale senza via obbligata fino agli
ultimi ripidi 50-100m che vanno risaliti preferibilmente con i ramponi.
La discesa, che avviene nel versante opposto, presenta
le sue maggiori difficoltà nei primi 40m: utile uno spezzone di corda
per una discesa più sicura, indispensabili ramponi e picozza. Si
crea una piazzola per indossare agevolmente gli sci e, dopo qualche curva
la pendenza diminuisce notevolmente. Con stupenda sciata su ampi pendii
si punta al visibile Stalon de Contrin e quindi al vicino rifugio. Panorama
stupendo in un ambiente grandioso. Dal rifugio si scende per la Val di Contrin
seguendo cartelli con indicazioni per Alba. Da qui con la seconda macchina
o con un taxi si ritorna al Lago di Fedaia. |