F.lla
Pecoli |
Relazione di Amos e Laura
Stupenda sciata. Le preoccupazioni iniziali sulla temperatura troppo elevata svaniscono subito appena scesi dalla macchina. Siamo qualche grado sotto zero, la neve sembra compatta. Iniziamo così la salita verso il rifugio Pellarini in ambiente selvaggio e suggestivo. A dire il vero volevamo salire la f.lla delle Vergini, ma su questa continuavano a cadere scariche di neve dalle cime sovrastanti.
Accesso: Udine - autostrada per Tarvisio. Uscire a Pontebba e proseguire per Malborghetto, Ugovizza, Valbruna. Continuare quindi per la Val Saisera per circa 2Km fino al bivio con indicazioni per il rif. Pellarini (nei pressi del ponte della pista di fondo). Qui comincia la salita.
Salita: Primo tratto: si segue la strada forestale fino alla partenza della teleferica del Rifugio. Si procede seguendo il sentiero nel bosco. Si attraversa il torrente Saisera , si sale seguendo la base di fasce rocciose e in poco tempo si giunge al rif. Pellarini. La salita può presentare qualche difficoltà in relazione al manto nevoso.
Arrivati al rifugio, quasi improvvisamente, ci si trova in un ambiente stupendo: le imponenti cime del gruppo del Jof Fuart si presentano in tutta la loro bellezza, non si sbaglia più.
Da qui in poi, ci sono diverse possibilità: a sinistra la f.lla Carnizza (fra le Cime delle Rondini e le Cime Vergini), al centro la f.lla delle Vergini e dritti la ben evidente Sella Nabois (fra il Jof Fuart e il Grande Nabois).
Noi siamo saliti prima a F.lla Carnizza e poi a Sella Nabois: la neve farinosa (ben più di un metro) ci ha un po’ rallentato nella prima f.lla, per Sella Nabois invece abbiamo trovato una ottima traccia già fatta.
Discesa: Per lo stesso itinerario di salita. F.lla Carnizza è più ripida di Sella Nabois (ampia e senza particolari difficoltà). La difficoltà della discesa nel bosco dipende dalle condizioni del manto nevoso. Noi non abbiamo trovato neve crostosa e siamo arrivati agevolmente fino alla macchina con gli sci ai piedi.
Note: il periodo migliore per questa gita è la primavera, anche inoltrata.
Per una salita più sicura accertarsi che alla fine del bosco, appena sotto il Pellarini, alcune slavine siano già scese.
La zona sotto al rifugio al pomeriggio va in ombra favorendo così la discesa con gli sci.
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