La Cruna dell'Ago |
Cima De Falkner 3053m
Versante nord
Attrezzatura: due mezze corde 50/60 m, friends medio-piccoli, chiodi (utili), piccozza e ramponi (a inizio stagione)
Periodo consigliato: luglio - ottobre
Difficoltà: II/III (IV un tiro 45/50m)
Libro di vetta: si
Introduzione:
Era il 13 agosto 1952, S. Finzi e U. Vidal salirono la cima “De Falkner” lungo la parete nord. Da allora, nonostante informazioni richieste al rifugio A. Vandelli, alle guide alpine di Cortina ed Auronzo, agli scrittori locali, non troviamo notizie riguardo eventuali ripetizioni della suddetta via. L’unica relazione a cui si fa riferimento risale alla Guida dei Monti d’Italia “Sorapis” del TCI-CAI.
La cima De Falkner è l’appicco terminale della cresta nord del Sorapis.
E’ una cima che molto probabilmente conta pochissime o nessuna ripetizione. Durante l’ascesa del 16 luglio 2017, avvenuta dopo tre tentativi in periodi differenti, non abbiamo trovato segni di passaggio. In parte abbiamo fatto riferimento alla guida del 1952 cercando in loco la via più logica dove le difficoltà diminuiscono in una parete di 330 m.
Al momento sono presenti ometti di passaggio e cordoni per calate.
Accesso:
Dal rifugio alla sella tra cima Falkner e Punta Zurlon (4,00h).
Dalla sella risalire ad una selletta di rocce rotte sulla sx (ometto e cordone di calata).
Salita:
La salita si svolge su terreno detritico (probabili smottamenti nel corso degli ultimi anni), in alcuni punti la roccia si rileva mediocre ad eccezione del tiro chiave (buona); necessita comunque di attenzione per la presenza di rocce rotte e instabili, forte il pericolo di caduta sassi dovuto al semplice transitare degli stessi compagni di cordata. Il percorso è caratterizzato da una lunga cengia ghiaiosa di sfasciumi (lato dx viso a monte, circa 200m) ci si abbassa circa 25m fino ad intercettare un esile proseguimento della stessa cengia, esposta ma ben visibile dalla selletta di partenza. Dopo aver superato un canale nevoso caratterizzato da rocce nere, si individuano alcuni ometti, un penultimo ometto presso un colatoio indica il punto di rientro, un ultimo ometto (dopo 20m) a cengia conclusa ne indica invece il punto di attacco; si risale da qui verso dx la paretina di II+.
Il percorso segue cenge e canali detritici con un andamento ad “S”, tendenzialmente la via si sposta verso dx in direzione della cresta finale attraverso i punti più deboli che la parete offre, fino ad incontrare una parete di sbarramento superata con un tiro di 45/50m di IV sostenuto (proteggibile a friends, uscita a dx su roccia delicata, presente sosta). Dopo il tiro chiave si accede in poco tempo alla cresta finale, seguendo inizialmente lo spigolo per poi proseguire sul lato dx, che più facilmente permette di accedere alla cima (ometto e libro di via). Sul posto sono presenti ometti di passaggio, cordoni per le calate in corda doppia là dove si è ritenuto necessario.
Difficoltà globale II/III e un tiro di IV. Utilizzati 2 chiodi, lasciati 1.
Discesa:
seguire il percorso di salita, numerosi cordoni su spuntoni/sassi incastrati, necessarie due corde da 50/60m; in alcuni punti ci si discosta brevemente dalla via di salita, individuabile comunque da ometti presenti. Con l’ultima doppia si rientra nella cengia iniziale (ometto) a 20m antecedenti il punto d’attacco. Si risale a ritroso la cengia ghiaiosa fino alla selletta di partenza (presenza di lingue di neve a inizio stagione).
Note:
Via di alpinismo pionieristico. Salita impervia su una montagna ardua, sia per il lungo avvicinamento e sia per il tracciato tutto da scoprire. L’ascesa del 15/16 luglio 2017 fa ripensare ai primi avventurieri in dolomiti. Gli attuali “pionieri” hanno dovuto programmare un bivacco alla selletta di partenza. Ogni passaggio è un’avventura, ogni appoggio è un sussulto con continui smottamenti; roccia ruvida e tagliente, la montagna suddetta manifesta la sua volontà di non essere profanata e forse questo ne spiega la quasi totalità di informazioni ed ascese di alpinisti alla cima De Falkner, malgrado la vicinanza (ma non troppo) alle sorelle tremila: Sorapis, Croda Marcora, Fopa di Matia.
Interessante sarebbe verificare la possibilità di raggiungere la cima scendendo dalla punta Sorapis per la cresta nord.
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